La storia del Riso
Il riso viene da lontano: dall’Asia, dove la sua varietà selvatica era già conosciuta nel 3.500 a.C.
In Europa arrivò solo secoli dopo e non subito questo cereale venne riconosciuto per il suo valore nutritivo. Solo dopo le pestilenze e le carestie del XIV secolo, si iniziò a considerarlo come fonte di sostentamento.
Fra i primi a coltivare il riso in Italia verso la fine del 1400 vi furono i Monaci Cistercensi nell’Abbazia di Lucedio nel cuore della Provincia di Vercelli. Indispensabili furono le opere di bonifica e di irrigazione, realizzate nei secoli seguenti, che modificarono radicalmente l’ambiente e favorirono lo sviluppo della cascina a corte chiusa, struttura abitativa tipica della civiltà agricola vercellese, di origine forse feudale.
Da allora le tecniche di coltivazione sono andate migliorando sino a diventare quelle operate ancora ai giorni nostri.
Oggi la ricerca è volta a migliorare la produttività o, nei casi di aziende particolarmente sensibili, a produrre un prodotto di qualità nel rispetto dell’ambiente e dell’etica.
Altri prodotti
Grazie alle rotazioni colturali, indispensabili per la coltivazione biologica, il raccolto prevede oltre al Riso, altri prodotti come il Grano Saraceno, il Triticale, la Soia, il Panico e la Veccia Villosa.
Alcuni di questi sono impiegati come erbai invernali indispensabili per la buona riuscita del riso, quindi nei campi estivi oltre alle nostre varietà risicole, coltivate su metà degli appezzamenti disponibili, si alternano prodotti per diversi usi, non sempre destinati al commercio alimentare (per es. il Panico viene coltivato da fienagione e venduto all’azienda agricola Franguelli, per alimentare le caprette allevate a regime biologico).
Attualmente come prodotto lavorato confezionato abbiamo il Grano Saraceno biologico e dello stesso anche Farina bianca e Farina integrale e entrata di recente, la farina di Riso.